Da Aulla all’antica terra di Luni
L’antico borgo di Aulla era sede di una abbazia (ancora conservata) con annesso ospedale che fu presidio e centro religioso di grande importanza per la via Francigena. Sotto l’altare della cattedrale è stata rinvenuta la monumentale tomba di San Caprasio, monaco eremita morto nel 433, per rendere omaggio al quale risulta che il vescovo Sigerico abbia sostato ad Aulla. L’antico ed importante borgo e le sue limitrofe vie di comunicazione erano sovrastati e difesi dall’imponente Fortezza della Brunella eretta tra il XIV ed il XV secolo e straordinario esempio di architettura militare caratterizzata dalla cinta muraria quadrangolare ai cui vertici si trovano quattro possenti puntoni e difesa dal largo fossato e da ripide scarpate. Tuttavia la fortezza venne espugnata nel 1733 dagli spagnoli e nel Novecento è stata apprezzata dimora di celebri poeti e filosofi. Dal 1977 è stata acquistata dallo Stato italiano che l’ha affidata al comune di Aulla il quale l’ha destinata a museo di storia naturale della Lunigiana. Vicino ad Aulla, sulla sponda opposta del fiume, si trova Podenzana da visitare per il suo castello malaspiniano ed il santuario della Madonna della Neve. Proseguendo verso sud nel percorso fatto dal vescovo Sigerico arriviamo a Santo Stefano di Magra, appena dopo il confine tra la Toscana e la Liguria. L’antico borgo fortificato, per molto tempo sotto l’influenza dei vescovi-conti di Luni, fungeva da punto di ristoro per i pellegrini della via Francigena che volevano recarsi a Roma e di quelli in procinto di imbarcarsi da un porto ligure verso il Cammino di Santiago in Spagna; infatti qua erano presenti strutture di supporto ai viandanti come lo spizio della Confraternita di San Leonardo e la pieve di Santo Stefano de Cerreto. Da Santo Stefano di Magra la via Francigena seguiva il corso del fiume inoltrandosi nella piana di Luni, ma dopo il XII secolo, causa l’impaludamento della zona, il percorso si spostò più a monte attraversando i borghi di Burcione e Bibola con i loro castelli (oggi solo suggestive rovine), Ponzano Superiore e Falcinello con il castello della Brina (un tempo teatro di cruenti scontri tra Malaspina ed i vescovi-conti di Luni), per giungere all’attuale Sarzana. Il borgo, in posizione strategica per la presenza del fiume, del vicino porto di Luni e di alcune strade, diventò nel 1204 sede vescovile, acquisendo quindi notevole influenza sulle terre circostanti. La città era difesa da una imponente fortezza che si trova sul colle di Sarzanello che merita di essere visitata al pari della cattedrale di Santa Maria Assunta, la pieve di Sant’Andrea e la fortezza di Firmafede, detta la Cittadella, costruita dai Pisani. Dopo Sarzana, la via Francigena giunge a Luni, punto di riferimento per il pellegrinaggio segnalato dallo stesso vescovo Sigerico. Da qui partirono nel medioevo pellegrinaggi e spedizioni verso la Terrasanta (partì da qui la spedizione del conte di Tolosa Raimondo IV verso la prima crociata nel 1096), mentre il porto a forma di mezzaluna (da qui il toponimo del borgo) costituiva ideale imbarco per raggiungere le coste spagnole e giungere a Santiago di Compostela. Nata come importante colonia romana nel 177 a.C. su antichi insediamenti dei bellicosi Liguri-Apuani, la città fu più volte insidiata, attaccata e più volte distrutta da Longobardi, Normanni e Vichinghi decadde per l’insabbiamento del suo porto e l’impaludamento delle zone circostanti. Rimangono alcune rovine che mostrano la bellezza e la potenza di Luni che nei tempi antichi fu descritta anche dallo scrittore latino Plinio il Vecchio: l’imponente anfiteatro, le fondamenta del tempio di Diana, tratti di mura e di edifici del foro, la piscina delle terme (molti reperti ritrovati in zona sono ammirabili presso il museo archeologico) e la cattedrale di Santa Maria Assunta che custodivano le reliquie del Santissimo sangue e il Crocifisso di maestro Guglielmo, oggi custoditi nella cattedrale di Sarzana. Da Luni la via Francigena si dirigeva a sud toccando il borgo di Avenza (un tempo protetta da una fortezza della quale rimangono solo i ruderi), sfiorando le importanti città di Carrara e Massa che meritano di essere visitate per numerose attrazioni turistiche e culturali, in particolare per i castelli che i Malaspina utilizzarono come regali ed eleganti residenze e dirigendosi a Lucca attraverso la Versilia o, attraverso un percorso alternativo, attraverso la Garfagnana.
Nessun commento:
Posta un commento