giovedì 8 marzo 2012

itinerari Bassa Val di Magra


ITINERARI COLLINE MARINE
Bassa Val di Magra
(Bassa Lunigiana)
PROVINCIA DELLA SPEZIA

A cura dell’Ufficio I.A.T
Assessorato al Turismo
Comune di Castelnuovo Magra
Tel. 0187 693306 – ufficioturismo@castelnuovomagra.com
Assessorato 0187 693837 – turismoesport@castelnuovomagra.com



  • LUNI ZONA ARCHEOLOGICA
  • ORTONOVO
  • NICOLA
  • CASTELNUOVO MAGRA
  • SARZANA

1 - LUNI
ZONA ARCHEOLOGICA
(Museo Nazionale)
Chiuso il lunedì – il 25 dicembre – il 1 gennaio – il 1 maggio
Orario: dalle 9.00 alle 19.00

Sito archeologico dell’antica LUNA, colonia romana fondata nel 177 A.C e diventata celebre in età imperiale grazie all’escavazione del marmo ‘lunense’ (oggi ‘carrara’) dalle vicine cave sulle Alpi Apuane. In età cristiana sede di diocesi, verrà definitivamente abbandonata nel 1204 (data ufficiale del trasferimento della sede vescovile a Sarzana).

Itinerario interno: comprende un percorso attraverso gli scavi e la visita ai siti museali, costituiti dal Museo Principale e da altre sezioni museali distaccate, ospitate nei casali Fabbricotti (edifici giallo ocra).

Scavi
Aree Pubbliche                                              Aree Private

- Forum                                                            - Domus degli Affreschi
- Area Capitolina                                                          - Domus Settentrionale
- Grande Tempio (ded. alla dea Luna)        - Domus dei mosaici
- Basilica Civile                                             - Domus di Oceano                        
- Tempio di Diana (scavi in corso)

Museo
Principale                         edificio della fine degli anni ’60.
                                            Posto sull’area capitolina, attesta le diverse fasi di vita dell’insediamento con reperti provenienti dall’edilizia pubblica e privata:
sezione statuaria; sezione reperti ceramici; sezione mista: anfore, reperti in  vetro; reperti bronzei, avori, pietre e numismatica.

Casali Fabbricotti            case coloniche ottocentesche di proprietà Fabbricotti (celebre magnate del marmo,  proprietario di cave e, fino agli anni ’20 del XIX sec., della Tenuta di Marinella). Fu il promotore di scavi archeologici, che gli permisero di realizzare una collezione di reperti esposta originariamente nella sua Villa del Colombarotto, a Carrara (attuale Questura), poi ceduta al Museo Civico della Spezia (oggi nel Castello di S. Giorgio).
                                            I casali furono costruiti sfruttandoin parte le fondamenta delle abitazioni dell’antico insediamento.

Casale Fontanini              Sezione epigrafica.;
sono visibili i resti della Domus Settentrionale sulle cui fondamenta l’edificio è stato costruito.
Casale Caleo                     Sezione dell’edilizia privata: affreschi, mosaici, reperti che attestano la continuità abitativa fino all’epoca alto-medievale.
Casale Maurino                Sezione del Grande Tempio: edificio sacro dedicato alla divinità lunare, che dava il nome alla città.

Anfiteatro                          Edificio i cui resti sono visibili nel suburbio orientale, fuori dall’area archeologica. Osserva dunque un orario particolare, di cui prendere visione alla biglietteria.

2 – ORTONOVO

Sulla sommità di un colle a 283 m. s.l.m, l’insediamento è a forma di ferro di cavallo e si avvolge intorno al polo emergente della Chiesa che ha sostituito una fortificazione antica. Di questa fu riutilizzato il torrione, trasformandolo in campanile. L’originaria circolarità del borgo si è comunque modificata, a casa della sua più recente espansione.
Fondato tra l’XI e il XII, Ortonovo inizialmente faceva parte dei territori dipendenti dalla Corte di Iliolo, sottoposti alla giurisdizione vescovile. Il sito era già conosciuto prima del 1000 per la bella posizione e la salubrità dell’aria. Citato in un documento del 997 d.C. con il nome di Corficiano, è nel XIII sec. che lo troviamo per la prima volta con il nome attuale di Ortonovo.
                                            Acquistato nel 1404 da Paolo Guinigi, nel 1467 si sottometterà invece alla Signoria fiorentina, per poi passare definitivamente nel 1495 al Banco di S. Giorgio di Genova.
                                            Nel XVIII secolo Ortonovo con la vicina Nicola perde la contesa che lo opponeva a Sarzana, per il possesso delle terre emerse della piana di Luni (questione ‘della Marinella’).


Due sono le porte di accesso:

quella principale si apre sulla Piazza della Chiesa (Piazza di Sotto); la seconda, a livello inferiore e rivolta verso la valle del fiume Parmignola a nord, si apre su una stradina che scende ai campi, con l’originaria pavimentazione in ciottoli. Sulla mensola marmorea di quest’ultima sono scolpiti un animale dalla lunga coda – forse una volpe – e un labirinto.

La Piazza di Sopra è dominata dalla presenza del campanile, riadattato su una precedente torre, la cosiddetta Torre di Guinigi che si fa risalire ai primi del ‘400, quando Paolo Guinigi – signore di Lucca e marito di Ilaria del Carretto – comprò Ortonovo dai Visconti. Tuttavia secondo un’altra ipotesi la torre risalirebbe a un’epoca più tarda e cioè al periodo di dominazione del Banco di S. Giorgio alla fine del ‘400. Del castello di cui faceva parte restano tracce di antiche mura verso la Chiesa di S. Lorenzo, edificata nel ‘600 probabilmente sul sito in cui sorgeva la fortificazione.


Chiesa dei Santi Lorenzo
E Martino                          Edificata tra il 1621 e il 1645. Sulla facciata barocca si trovano le statue dei santi titolari.

Casa di Ceccardo di
Roccatagliata
Ceccardi                            Il poeta Ceccardi, nato a Genova nel 1871, visse qui a Ortonovo nel palazzo della nobile famiglia genovese dei Ceccardi sino ai primi anni della giovinezza.
                                            Il poeta fondò a Carrara il cenacolo ‘La Repubblica d’Apura’ e ottenne una certa popolarità con la raccolta ‘Sonetti e poemi’, del 1910. Morì a Genova nel 1919.

Santuario del Mirteto      Sorge a m 302 s.l.m su un contrafforte del Monte Boscaccio. Qui si trovava già un oratorio appartenente alla Confraternita dei Disciplinanti, dedicato a S. Maria e costruito verso la fine del XV sec. Il santuario, dedicato alla Vergine Addolorata, è stato costruito dall’architetto lucchese Ippolito Marcello. Sulla facciata molto semplice e austera notiamo materiale marmoreo di reimpiego, proveniente dall’antica Luni.





3 – NICOLA (comune di Ortonovo)

Nicola, come altri borghi collinari della zona, è da considerarsi “erede” della città di Luni. Tra il 600 e il 610 d.C il geografo bizantino Giorgio Ciprio compila una lista delle fortificazioni edificate in quegli anni dai bizantini, per contrastare l’avanzata dei Longobardi; fra queste cita anche il Kastron chiamato Mikauria, situato sul colle ove oggi sorge Nicola. Il toponimo Nicola sembrerebbe  infatti derivare dal bizantino  Mica Aurea, “miniera d’oro” (e effettivamente in epoca bizantina venne sfruttata ed esaurita una cava di calcopirite aurifera, ancora visibile sotto il cimitero) e da lì Micoria, Nicoria, e in ultimo Nicola.
Nel 643 l’ondata longobarda che devasta il territorio sembra cancellare anche il castello di Mikauria.
Il diploma di Ottone del 963 ci dà di nuovo notizia di questi territori. Nicola, inserita tra i possedimenti vescovili, dimostra vitalità e autonomia già dal XI sec.
Intorno al 1219  Nicola ha la supremazia sui territori di “Supraluna”. Il 10 marzo 1237 ottiene dal vescovo Guglielmo gli statuti e nel 1273 diventa  parrocchia autonoma.
Nel XIV sec. è annoverata tra i castelli sottomessi a Lucca. Successivamente si darà in accomandigia al comune di Sarzana, postosi a sua volta sotto la protezione dei pisani. Dopo alterne vicende, il 14 maggio 1397 i sindaci di Nicola giurano fedeltà a Gian Galeazzo Visconti che la terrà in pugno, con tutta la Lunigiana, fino al XV secolo.
Nel 1406, dopo una sanguinosa guerra civile seguita alla crisi dei Visconti, entra nell’orbita fiorentina. Di nuovo coinvolta nella guerra tra Firenze e Lucca, nel 1430 Nicola viene messa a fuoco e saccheggiata dalle truppe del condottiero Niccolò Piccinino, in quegli anni a servizio di Filippo Maria Visconti, Duca di Milano, impegnato nella guerra contro i fiorentini.
Con la morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492 finisce la dominazione. Nel 1562 Nicola passa infatti al Banco di S. Giorgio e quindi, definitivamente, alla Repubblica di Genova. Con altri castelli della Bassa Val di Magra viene perciò sottoposta a Sarzana, sede di commissariato. La dominazione genovese fu caratterizzata da problemi legati alla salvaguardia del proprio territorio e infatti alla fine del XVII sec. Nicola perde definitivamente le terre di Luni a favore di Sarzana (questione della “Marinella”).
Nel 1806 il Comune di Nicola venne soppresso e unito a quello di Ortonovo, per effetto delle nuove riforme volute da Napoleone per una migliore suddivisione dell’Impero.

Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo
La cappella originaria fu probabilmente costruita dai bizantini nei sec. VI-VII, come ringraziamento per la conquista di Luni.
La Chiesa fu ricostruita dai profughi lunensi nell’XI sec. sui ruderi della cappella castrense, conservandone lo stesso nome.
Alla fine del ‘500 viene restaurata e allungata di alcuni metri verso la piazza. Nel ‘700 fu nuovamente ristrutturata. Negli ultimi vent’anni si è cercato di  recuperarla, per impedirne la chiusura al culto.
La chiesa era ad un’unica navata, ma con l’apertura laterale relativamente recente dei transetti (cappelle del Rosario e dei Sacramenti) è diventata a croce latina; l’edificio, la cui facciata è del 1759, è in stile  prevalentemente Barocco.

All’interno, sull’Altare della S. Annunziata, una tela interessante che rappresenta l’Annunciazione e i Santi Francesco da Paola e Antonio, commissionata nel 1666 dalla famiglia Pucci alla pittrice Francesca Prandini.

L’ Altare maggiore è un’opera marmorea Seicentesca. Ai lati del presbiterio pregevoli altorilievi cinquecenteschi in marmo, raffiguranti i Dodici Apostoli, opera dello scultore di Carrara Francesco del Mastro..

Sull’altare del Rosario una lapide affissa  sul lato sinistro ricorda la donazione delle reliquie di S. Guglielmo, da parte del principe Cybo-Malaspina di Massa nel 1685.

Importante, sull’ Altare della Madonna del Suffragio (adesso del Crocifisso),  è la croce su tavola del XIII sec., attribuibile a un maestro pisano-lucchese, da porsi al seguito di una cultura più bizantineggiante raffinata e preziosa.

La decorazione ad affresco risalente al XVIII sec. pone Nicola nel panorama più vasto della pittura lunigianese del XVIII sec., nella quale spicca l’ opera di artisti piacentini.


Camminando per il borgo consigliamo di non perdere le numerose icone marmoree (maestà) affisse un po' ovunque sulle case, nelle quali ricorre molto spesso la figura di S. Guglielmo, segno della grande devozione che i Nicolesi ebbero per questo Santo.




4 – CASTELNUOVO MAGRA

Borgo medievale, la cui struttura mostra chiaramente che l’insediamento si sviluppò in più fasi edilizie.
L’abitato è infatti diviso in due parti:
-        il Castrum Vetus (XII sec.), corrispondente alla zona del ‘Borghetto’, intorno alla chiesa parrocchiale di S. Maria Maddalena;
-        il Castrum Novum (XIII sec.), che corrisponde all’espansione difensiva e residenziale costituita dalle quattro strade parallele (Via Roma, Via Dante, Via Sottoportici, Via Veneto) e che culmina con il palazzo Vescovile (oggi chiamato ‘il castello’), in direzione opposta alla chiesa.

L’itinerario di visita comprende:

-        passeggiata per le vie principali del borgo (Via Dante, su cui si affacciano i palazzi signorili; Via Roma, con le maestà ancora in collocazione originaria; Via Sottoportici, antico asse di penetrazione al colle);
-        visita ai resti del palazzo vescovile costruito nel 1273  (il Castello) all’estremità settentrionale del borgo, in posizione molto panoramica. Pur essendo oggi un rudere (rimangono in piedi la Turris Magna, edificata nella prima fase edilizia dell’edificio e ristrutturata dai fiorentini e la torre circolare di fattura genovese), si ‘leggono’ bene le fasi di costruzione di quella che fu la residenza dei vescovi-conti, poi fortilizio fiorentino e genovese;
-        visita alla secentesca parrocchiale di S. Maria Maddalena, località il Borghetto, edificata nel sito dove sorgeva anticamente una fortezza detta di S. Maria, con chiesetta castrense (XII sec.). Addossato alla chiesa: l’oratorio dei Rossi (un altro oratorio, detto dei Bianchi, si trova in un vicolo sottostante la chiesa principale);
-        visita al palazzo comunale, l’ottocentesco palazzo Amati-Ingolotti-Cornelio (costruito in parte ristrutturando una porzione di edificio più antica e in parte edificando ex-novo). Nonostante la residenza storica sia oggi utilizzata come sede del governo locale, è possibile comunque visitare l’androne, la piccola cappella privata (attuale ufficio anagrafe) e la sala di rappresentanza (attuale sala del consiglio). Nelle cantine voltate che furono del palazzo ha sede oggi l’Enoteca Pubblica della Liguria e della Lunigiana. Qui si possono vedere ancora oggi le ‘tine’, vasche in marmo di Carrara in cui veniva conservato l’olio. Sul retro: giardino terrazzato di pertinenza dell’antico palazzo - con vista sulla valletta interna di Marciano e sulla piana di Luni lato Toscana - uno dei tanti giardini pensili o terrazzati dello sviluppo urbanistico settecentesco.

5 – SARZANA

Sarzana si trova sulla parte orientale del fiume Magra, nel punto dove la statale della Cisa si incontra con la via Aurelia. Può essere considerata a giusto titolo la ‘capitale’ naturale della Lunigiana storica, ruolo di centralità che le viene direttamente dall’antica Luni. Nel 1204 venne infatti trasferita da Luni a Sarzana la sede della diocesi (Luni ebbe anche una lunga e feconda fase cristiana; era infatti una delle tappe fondamentali del pellegrinaggio lungo la Romea).
Il nome di Sarzana compare per la prima volta in un diploma dell’Imperatore Ottone I del 19 maggio 963, che riconosceva ai vescovi di Luni il possesso del ‘Castrum Sarzanae’, situtato dove sorge oggi  la fortezza di Sarzanello.
Il borgo invece si sviluppò più a valle, favorita dal progressivo abbandono della vicina Luni.
Le diverse dominazioni che subì nei secoli hanno lasciato numerose tracce storiche e artistiche di pregio.

L’itinerario, che parte dalla cosiddetta Porta Romana o Pisana può comprendere:

-        passeggiata lungo la via principale della città, Via Mazzini, il cui percorso corrisponde all’Aurelia antica e su cui si affacciano le facciate di palazzi signorili del XVIII e XIX sec. Sul suo percorso s’incontra:
piazza Garibaldi, in origine orto del convento delle Clarisse; il teatro degli Impavidi; la chiesa (in antico cattedrale, oggi con cattedrale della Diocesi La Spezia Sarzana Brugnato) di S. Maria; la chiesa di S. Andrea. La strada sfocia direttamente nella centrale piazza Matteotti, su cui si affaccia il palazzo comunale (ristrutturazione del cinquecentesco palazzo Roderio); sul lato opposto porticato medievale;
-        passeggiata lungo alcuni vicoli dell’insediamento più antico: Via Mascardi o Via Fiasella (vie degli antiquari);

Emergenze architettoniche:

-        la ‘cittadella’, edificio difensivo fatto costruire da Lorenzo il Magnifico sulle rovine della precedente fortezza ‘Firmafede’, eretta dai pisani nel 1249;
-        museo diocesano, ospitato nell’oratorio della Misericordia;
-        concattedrale di S. Maria Assunta (edificata in più fasi costruttive a partire dall’antica pieve di S. Basilio): all’interno numerose opere, tra le quali il crocifisso ligneo di Mastro Guglielmo, del 1138, prototipo delle croci dipinti toscane e diversi dipinti di Domenico Fiasella, detto ‘il Sarzana’;
-        chiesa di S. Andrea, edificata in diverse fasi costruttive a partire dall’XI sec.
-        chiesa di S. Francesco e annesso chiostro,
-        la fortezza di Sarzanello, sul colle che domina la città, edificata nel sito dove sorgeva l’antico Castrum Sarzanae. Ristrutturata nel ‘400 dai fiorentini.



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